Il cappotto termico per isolare ed efficientare casa non è sempre la soluzione possibile, o più semplice nell’immediato.
Coibentare casa richiede un’accurata fase di progettazione tecnica, particolare attenzione ai materiali e un piano di investimento per i futuri decenni.
Nel frattempo, si potrebbero adottare soluzioni alternative valide, che possano accompagnarci verso il grande passo, migliorando il comfort e la vivibilità in casa. In alcune situazioni, la coibentazione esterna non è neppure la soluzione più conveniente nel breve tempo. Ecco come si può agire.
Quando non conviene fare il cappotto termico
Il cappotto termico esterno potrebbe essere peggiorativo quando la casa è invasa, o danneggiata dall’umidità di risalita. Quando l’ambiente umido la fa da padrone, bisognerebbe prima sistemare o sostituire gli infissi e i serramenti, i vetri e i davanzali, che potrebbero causare ponti termici e determinare notevoli sbalzi termici.
Altre circostanze, prima del cappotto, richiedono un isolamento del tetto o un sistema di ricambio dell’aria, in modo da assicurare maggiore salubrità dell’aria in casa, prevenendo il problema delle condense e delle muffe.
Il cappotto andrebbe evitato quando i termosifoni sono sotto la finestra e incavati nel muro. Bisognerebbe prima risolvere questo problema, e spesso andrebbe ridimensionato l’impianto di riscaldamento.
Dunque, non è sempre risolutivo e immediato, tanto che un buon cappotto termico richiede una fase delicata di progettazione e studio di tutte le variabili della casa. Il cappotto deve resistere ed efficientare una casa green del futuro per almeno 20/30 anni. Cosa fare nel frattempo?
Cosa fare al posto del cappotto termico
L’alternativa al cappotto termico non è mai una sola, anzi deve misurarsi con diverse variabili, quali:
- Comfort e esigenze personali;
- Contesto climatico e esposizione al sole;
- Stato dell’edificio (se è da ristrutturare o se si tratta di nuova costruzione);
- Vincoli normativi e amministrativi locali;
- Disponibilità economiche;
- Agevolazioni e bonus disponibili.
Le soluzioni devono misurarsi con il contesto, e con tutte le variabili. In genere, si può scegliere tra:
Isolamento delle intercapedini
Più adatto per gli edifici antichi o datati, con mattoni spessi, e in laterizio. In questo caso dovremo riempiere l’aria tra le intercapedini, i fori dei muri e le parti mancanti. Acquisteremo dei materiali isolanti (come la perlite) da iniettare con l’insufflaggio.
Isolamento con cappotto interno
Possiamo acquistare dei pannelli isolanti preaccoppiati, da applicare su pareti o sul tetto, con il fai da te.
Oltre alla schiuma poliuretanica (ottima contro le condense interstiziali), possiamo acquistare quelli in EPS, o ancora meglio in materiali naturali come il sughero.
Questa soluzione limita le dispersioni termiche, ma non risolve il problema degli sbalzi termici. Può essere un primo passo prima di sostituire infissi e vetri, e in seguito progettare un definitivo cappotto termico esterno.
Isolamento con mattoni termoisolanti
La migliore alternativa per chi sta ristrutturando casa, ma non è pronta al cappotto termico. È una soluzione valida, e in tendenza, grazie all’arrivo dei nuovi materiali dalle prestazioni isolanti molto performanti. La bioedilizia offre numerose possibilità, tra cui i bio-mattoni in canapa isolante.
Isolamento con intonaco termico
Questa alternativa è ottima per chi sta ristrutturando casa, ed è più efficace contro i ponti termici. Inoltre è meno invasiva. In commercio sono reperibili intonarci termici o termoisolanti ecocompatibili da interni e esterni. Quelli interni migliori sono in argilla, calce idraulica e sughero. Per gli esterni sono ottimi gli intonaci in vetro espanso o calce idraulica naturale. Il rasante termico è utile se si vuole guadagnare spazio, perché ha poco spessore.